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formzione dell'identità omosessuale....un problema sociale?


La nostra è una società eterosessista e omofoba.

l’eterosessismo è stato definito da Herek come : ‘il sistema ideologico che rifiuta, denigra e stigmatizza ogni forma di comportamento, identità, relazione o comunità di tipo non eterosessuale’(Herek, 1996 op.cit.), si manifesta a livello sociale, attraverso i mezzi di comunicazione, la religione e le leggi.

Per Omofobia si intende l’avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità.

In Italia la carenza nella legislazione, la mancata garanzia dei diritti fondamentali delle coppie omosessuali, la totale indifferenza, sembra quasi voler negare l’esistenza di quello che è a tutti gli effetti un terzo sesso.

Per quanto l’omosessualità sia stata cancellata già nel 1974 dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) pubblicato dall'American Psychiatric Association (APA), sembra che ancora oggi ci sia la necessità di sottolineare che l’omosessualità non è non deve essere considerata una malattia.

In un ambiente sociale che se non denigra nega o ignora ( che, per certi versi, è anche peggio) la formazione dell’identità omosessuale diventa un percorso complesso e pieno di ostacoli.

Per quanto la costruzione dell’identità sia un processo che dura tutta la vita, alcuni periodi risultano cruciali e in particolar modo lo è l’adolescenza. Un adolescente che sta formando la sua identità non può non essere influenzato dall’immagine che gli altri hanno o vorrebbero avere di lui. In una fase dello sviluppo, già di per sé complessa, accompagnata da cambiamenti fisici e psichici radicali, l’essere accettato dalle persone di riferimento è un aspetto fondamentale, in qualche modo ci si rispecchia e ci si identifica nell’immagine che gli altri hanno di noi. La rete sociale è quindi estremamente importante per la costruzione dell’identità ma assume aspetti di criticità in un realtà in cui l’unico orientamento sessuale implicitamente accettato è quello eterosessuale.

Proprio per questi motivi la formazione dell’identità omosessuale è, a mio avviso, un problema in primo luogo sociale.

Se la società continua a negare, ignorare o denigrare l’omosessualità, non può non essere la maggiore responsabile delle difficoltà che i ragazzi omosessuali hanno nell’accettare la propria identità con conseguenze a volte disastrose che possono arrivare fino al suicidio.

Nel nostro paese accettare sé stessi, e il proprio orientamento omosessuale vuol dire fare i conti con le aspettative che le persone ritenute importanti si erano costruite su di noi, con la conseguente e inevitabile paura di deluderli, affrontare violenze fisiche verbali e psichice, ma anche dover accettare di vivere all’interno di una società che continua a negare la nostra esistenza. Il bisogno di essere visti, accettati e riconosciuti è fondamentale, in un periodo in cui l’identità personale è in una fase di costruzione.

Secondo i dati del Dipartimento di Salute Pubblica i suicidi della popolazione gay, legati alla discriminazione omofoba in modo più o meno diretto, costituirebbero il 30% di tutti i suicidi adolescenziali.

Questi dati sono talmente allarmanti da non poter più essere ignorati.


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